LUIGI CELLERI - MINERALOGISTA
di
Giuseppe Tanelli
Università degli Studi di Firenze
Premessa
Erano gli ultimi di
settembre quando Umberto Gentini , “ direttore storico “ dell’ APT e
attuale direttore de Lo Scoglio mi telefonò chiedendomi di scrivere un
articolo da pubblicare nelle rivista fondata da Aulo Gasparri. Ho
conosciuto Aulo in occasione della pubblicazione dei primi numeri de Lo
Scoglio. Ero andato a casa sua in via Guerrazzi per pagare l
‘abbonamento che intendevo attivare e gli chiesi se disponeva dei numeri
arretrati. Quando gli domandai quanto dovevo, un sorriso fù la sua
risposta. Poi , in particolare durante la mia presidenza del Parco,
furono numerosi i momenti di incontro in via Guerrazzi ed al Bar Roma.
Nacque un’ amicizia alla quale mi piace dedicare questo scritto.
La telefonata di
Umberto Gentini mi aveva raggiunto mentre ero al Belvedere di S.Piero .
Avevo accompagnato
alcuni amici in una lunga e bella camminata che da Pomonte , salendo
alla Grottaccia e scendendo su Valle Buia e le Piane al Canale ci aveva
portato in quel luogo. Uno dei tanti posti magici dell’Elba . La Chiesa
– fortezza di S.Nicolò , impiantata nel VII secolo sui resti del tempio
romano dedicato al dio Glauco; riedificata nel XII-XIII sec. ;
fortificata nel quattrocento - come le Chiese -fortezza di Rio Elba e
Poggio- a difesa delle incursioni piratesche ; con il suo campanile a
vela , i suoi affreschi – qui come alla Madonna del Monte- attribuiti
alla scuola del Sodoma . Un Belvedere dominante la piana ed il golfo
di Campo . Un panorama che spazia fino a Punta Calamita, Montecristo ,
Pianosa , Giglio. A sinistra Monte Castello, con le vestigia della
fortezza d’ altura etrusca e le scorie dei giacimenti ferrifere dell’
Elba orientale . E poi il Tambone e Fonza con i resti dei bunker delle
guerre del ventesimo secolo , frammisti alle manifestazioni megalitiche
delle genti pre -appenniche .
Se poi in aggiunta a
tutto questo notiamo, come ci ricorda la targa murata sulla parete del
barbacane d’ occidente di S. Nicolò, che siamo nel Piazzale di
Facciatoia , un luogo che come Grotta d’Oggi e la Fonte del Prete
racchiude una delle più belle manifestazioni mineralogiche del nostro
Paese abbiamo tutti gli elementi che fanno di questo luogo elbano un
posto magico di natura e di storia..
Dal Piazzale di
Facciatoia iniziammo il ritorno verso Pomonte, attraverso le cave di
granito, la zona delle colonne di Moncione, per scendere su Cavoli dove
ci aspettava un bagno ristoratore e un piacevole aperitivo offerto -
anche se lui ancora non lo sapeva- da Fulvio Montauti , memoria storica
della Terra di Campo…e dintorni , gia Assessore alla cultura nel suo
Comune . Durante il cammino mi domandavo cosa avrei potuto scrivere
per “ Lo Scoglio “. La risposta fu facile dopo essere stato a
Facciatoia ; avrei scritto la storia di Luigi Celleri da S. Piero.Una “
strana e misteriosa “ figura , un diverso diremmo oggi , dell’
ottocento elbano.
La storia “conosciuta “
Nel Museo di
Mineralogia e Litologia dell’Università di Firenze, è conservata la più
importante e famosa raccolta di minerali elbani , nota nel Mondo come :
“ I 5000 Elbani “ . Bellissime collezioni si trovano nei Musei
mineralogici dell’ Ateneo pisano e della Università Federico II a
Napoli , uno dei più antichi, se non il più antico, Museo mineralogico
d’ Europa . Aperto nei primi anni dell’Ottocento in quella che era
stata la settecentesca biblioteca della sede dei Gesuiti, i campioni
elbani in esso conservati testimoniano quelli che per lungo tempo
furono le presenze e gli interessi dei Borboni all’ Elba e nello
scacchiere dell’ Alto Tirreno.
Oltre che a Firenze,
Pisa e Napoli , campioni di minerali provenienti dalle mineralizzazioni
ferrifere di Rio e Calamita e dai filoni pegmatitico- tormaliniferi
del Capanne, sono esposti in numerosi e prestigiosi Musei di Storia
Naturale : Londra , New York, Vienna, Parigi , Berlino, Praga, Pechino,
Buenos Aires, Tokio, Madrid, Johannesburg, Camberra ,… . Fa una certa
emozione vedere nel Museo mineralogico di Tokio, accanto ad uno dei
primi campioni di rocce lunari ed esposto quale rappresentante di un
campione terrestre, un bellissimo aggregato di tormaline policrome
proveniente da : Grotta d’Oggi – S.Piero-Elba Island –Italy. Questi
campioni sono “ testimonial “ e splendidi promotori di uno dei più
preziosi “marker territoriali “ dell’Isola : la natura e la cultura
geomineralogica.( 1 )
Un patrimonio inserito dall’ Unesco fra i grandi
monumenti geologici del Pianeta e parte integrante del Parco Nazionale
dell’Arcipelago Toscano .
E ‘ stato in particolare nell’ ottocento che si
assiste al “ boom” di scoperte, collezioni , studi scientifici e
commercializzazioni dei minerali elbani. Nello scorrere le cronache
giornalistiche e i lavori scientifici del tempo si incontrano nomi di
famosi geologi, mineralogisti, uomini di cultura, esponenti politici .
Nomi elbani ,o comunque di personalità che con l’Elba avevano profondi
legami quali : Raffaello Foresi, Bista e Nello Toscanelli, Giovanni,
Giuseppe e Spirito Pisani, Pilade Del Buono, Giorgio Roster, Gerard vom
Rath, Igino Cocchi, Giovanni Ammannati, Ottaviano Targioni Tozzetti,
Paolo Savi, Leopoldo Pilla, Antonio e Giovanni D’ Achiardi, Giulio
Pullè, Bernardino Lotti, Giuseppe Meneghini, Quintino Sella, Giuseppe
Grattarola , Federico Millosevich,… citando soltanto i più conosciuti.
Nelle note pubblicate e negli appunti di campagna
di molti di questi personaggi compare come una costante un nome :
Luigi Celleri di S.Piero secondo alcuni; di S. Ilario per altri. Ma
comunque sempre Terra di Campo, alla faccia delle storiche scazzottate
davanti alla Chiesina dell’Accolta.
Giovanni D’Achiardi al
tempo, professore di mineralogia nell’Ateneo pisano, in occasione del
Congresso della Società Geologica Italiana tenuto all’Elba nel settembre
del 1910 , ricorda come sedici anni prima , la mattina del 21 settembre
una ventina di geologi, il Gotha della geologia italiana , andarono a
S. Piero per visitare le cave di magnesite- usata come terra per
stoviglie - e quelle , ormai celebri per le stupende e rare
cristallizzazioni, aperte sui filoni pegmatitico - tormaliniferi del
granito del Monte Capanne ( 2 ) .
Scrive il D’Achiardi :
“ …ricordo che giunti presso il paese, abbarbicato sui massi
granitici, ci venne incontro un uomo, che sembrava assai attempato per
il personale ricurvo e la lunga barba ispida e quasi bianca. Alcuni di
noi lo riconobbero da lontano e sentii da varie parti esclamare : - Ecco
il Celleri ! – Come va, Celleri-. Quando ci incontrammo egli sorrise
alla comitiva con aria stanca, strinse la mano a tutti come vecchie
conoscenze…“.
Il Celleri, dice il D’
Achiardi, raccontava di essere nato a S. Piero il 7 giugno del 1831 da
una famiglia di muratori e di essere stato egli stesso muratore dopo
avere prestato servizio per tre anni e mezzo nel corpo dei cannonieri di
Portoferraio
Intorno ai trentanni gli
era scoppiata la passione di raccogliere minerali. Per una decina di
anni , smesso il mestiere di muratore, lavorò per Raffaello Foresi che
da tempo amava collezionare i minerali , raccogliendoli per tutta l’Elba
, ma specialmente nelle escavazioni che al tempo si facevano nelle zone
di S. Piero e S. Ilario .
“Sotto la guida del
Foresi”- continua il D’Achiardi - “ cominciò a distinguere i
minerali più comuni, quindi i più rari, ed in breve acquistò una tale
pratica, da riconoscerli poi, come egli soleva raccontare soddisfatto
meglio di lui “.
Nello Toscanelli ( 3 )
, ci dice come Raffaello Foresi, in ogni parte dell’Isola : “ … aveva
fidi ricercatori, ma fra tutti famoso era il Celleri di S.Ilario . Il
sor Raffaele era intimamente convinto che il sottosuolo dell’Elba gli
apparteneva. E se venivano forestieri a cercare minerali, senza il suo
consenso, montava in furore e non esitava a fare il vuoto intorno a
loro.”
Il Celleri, continua
Toscanelli, era un “ tipo originalissimo di popolano intelligente in
ogni genere di lavoro …nell’inverno viveva al suo paesello, raccogliendo
tutto ciò che poteva nel sottosuolo, ricco di cristallizzazioni, ed
aspettava il ritorno estivo del sor Raffaello ( Raffaello viveva
gran parte dell’ anno a Firenze ); ma quando aveva riscosso da lui
qualche foglio da cento lire, partiva glorioso per una stagione di svago
sul continente, ed il suo svago consisteva nello stabilirsi per 15
giorni a Pisa o Livorno in continua sbornia. Poi raccolto dalla polizia,
a tasche vuote e rimandato nell’isola nativa per un altro anno lavorava
a cercare minerali …” .
Luigi Celeri ebbe un
ruolo primario nel mettere insieme la collezione Foresi , ma del sor
Raffaele , come scrive sempre il D’Achiardi : “ non diceva molto
bene; raccontava dei loro continui litigi prodotti dal carattere molto
vivace di entrambi, e che furono poi la causa della rottura completa dei
loro rapporti “.
Nel febbraio del 1873
venne aperto a Portoferrario il Museo Foresi nel cui allestimento un
ruolo di rilievo ebbe il Celleri. Nel Museo oltre a reperti
archeologici erano esposti centinaia di campioni di ematite, tormaline
, feldspati, berilli , granati, polluce e castore…. Il pezzo forte della
collezione erano e sono, i “ Quattro evangelisti “ . Quattro blocchi di
pegmatite costellati da decine di grossi e splendidi cristalli
provenienti dalla Fonte del Prete. Narrano le cronache del tempo ( La
Nazione nn.49-52 , 1874 ), che quando un frate li vide nel Museo : “
… tanto stupito ed attonito ne rimase nell’entusiasmo dell’ ammirazione
gettandovisi innanzi ginocchioni, li proclamò i quattro evangelisti “.
Tre anni dopo, nel 1876
Raffaello Foresi decedeva prematuramente all’ età di 56 anni e il suo
Museo rimase aperto solo fino alla vigilia di Natale dello stesso
anno. Gli eredi avevano deciso di venderne le collezioni. Grazie
all’interessamento di Giorgio Roster di “ Villa Ottone “ , -chimico,
fisico e naturalista fiorentino- grande amico del Foresi , le
collezioni vennero acquistate in blocco nel 1877, per 29.000 lire dall’
Istituto di Studi Superiore ( oggi Università ) di Firenze. Nella lunga
e complessa trattativa con gli eredi, condotta dai Giuseppe Grattarola
e Paolo Mantegazza, professori rispettivamente di mineralogia e di
etnologia nell’ Istituto di Studi Superiori, vennero battuti vari
concorrenti, fra i quali, ci dice il Roster nei suoi appunti, un tal
Prof. H.A.Ward , “…un nababbo americano che usa pagare
centinaia di lire per campioni dal valore di pochi centesimi “ . Il
tutto favorito da circostanze non secondarie , quale la presenza di
Igino Cocchi amico del Roster e del Foresi, professore di geologia a
Firenze ,primo Presidente del Comitato Geologico Italiano e
amministratore delegato – diremmo oggi- delle Miniere di Rio e Calamita,
e di Quintino Sella influente politico, nonché professore di
mineralogia nell’ Università di Torino.
Rotta la collaborazione
con il Foresi, intorno al 1874 - 75, il Celleri per molti anni lavorò
per conto di Giorgio Roster e di Bista Toscanelli, che dopo la scomparsa
di Raffaello Foresi avevano acquistato numerosi diritti di escavazione e
la proprietà di diversi luoghi del Monte Capanne.
Fu in quel periodo che
da Grotta d’Oggi, Fonte del Prete, Facciatoia, Prado, Mastaglino,
Forcioni , Gargolinato, furono cavati un numero straordinario di
splendidi campioni di tormaline, berilli, castore, polluce, granati ,
zeoliti…
Erano di questo periodo,
ci dice il D’ Achiardi, i ricordi più belli della sua vita. “
Bisognava sentirlo raccontare quale fu la sua gioia il giorno che
trovarono una geode tempestata da migliaia di tormaline policrome e di
berilli…Parlava concitato, allargava estatico le braccia, spalancava gli
occhi come se dinanzi avesse tuttora lo spettacolo della geode che il
Roster volle illuminare con una candela e che era così bella che …pareva
il Paradiso !E si diffondeva a raccontare come fecero a distaccare le
pareti e si commoveva a ricordare lo spicinio che avvenne di un gran
numero di cristalli, sebbene avessero ripieno la cavità con dell’acqua
per attutire i colpi,quando furono incendiate le mine a polvere !”.
Alla fine degli anni
ottanta si ebbe la prematura scomparsa di Bista Toscanelli e più o meno
contemporaneamente il Roster decise di non interessarsi più di minerali
vendendo la sua collezione.
Il D’ Achiardi ci dice
come al Celleri si riempivano gli occhi di lacrime quando ricordava la
morte immatura del Toscanelli, e dello stesso Roster parlava un gran
bene dicendo fra l’altro come lo avesse aiutato ad essere più morigerato
nel bere.
La collezione Roster
venne acquistata nel 1887 per 21. 000 lire dall’Istituto di Studi
Superiori di Firenze, e costituisce unita alla collezione Foresi e ad
altre minori collezioni ( Pisani e Antico Magazzino ) , i famosi “ I
5000 Elbani “ conservati nel Museo di Mineralogia dell’ Università di
Firenze.
La fine degli anni
ottanta fu un periodo economicamente difficile per Luigi Celleri. In
quei tempi scriveva ripetutamente al sor Antonio, come lui chiamava
Antonio D’Achiardi, professore a Pisa e padre di Giovanni :, “
perché gli facesse un certificato, che voleva presentare alle Camere ,
per ottenere una pensione nazionale, alla quale credeva di avere diritto
per avere arricchito tutti i musei di Europa e delle lontane Americhe “.
Per fortuna Pilade Del
Buono decise di dare vita ad un nuovo Museo mineralogico nella Villa
Napoleonica di S. Martino e acquistò dal Roster vari diritti di
escavazione sul granito del Capanne. Venne fatto un accordo con Antonio
D’Achiardi al quale erano stati donati da Nello Toscanelli i diritti di
scavo già in possesso del fratello Bista, e il Celleri venne
incaricato di dirigere le ricerche con la supervisione di Giulio Pullè.
Tanti nuovi e bellissimi
campioni vennero raccolti . In parte andarono al Museo pisano , in
parte nella villa di S. Martino dove, almeno fino al 1910 era possibile
ammirarli.
Il Celleri era
bravissimo nel riconoscere i minerali, anche i più rari, e nello
scorgere nei vari campioni specie nuove.Ci teneva a dire che aveva
acquistato tale capacità non solo con la pratica , la sua lente- che
portava sempre appesa al collo con un nastro nero- e la buona vista
-che attribuiva sorridendo alla campanelline d’oro che portava appese
alle orecchie - , ma anche con lo studio di un libro di mineralogia che
gli aveva regalato Bista Toscanelli.
Insieme al von Rath,insigne
mineralogista della Università di Berlino, per il quale aveva una grande
stima, aveva scoperto la wollastonite a Cavoli ed insieme al Roster
i “ quarzi gommoidi “ di Palombaja . Un ritrovamento questultimo al
quale Luigi Celleri teneva molto , a giudicare dall’appellativo di “ testa secca “ che aveva affibbiato al Meneghini , professore
pisano e presidente del Comitato Geologico Italiano, con il quale
peraltro era legato da affettuosa amicizia, poiché quest’ultimo aveva
osato dire che i quarzi gommoidi da lui scoperti a Palombaja , erano
stati “ arrotati “.
Il Celleri ricordava
con piacere la disputa che c’era stata fra lui e Giorgio Roster a
proposito del ritrovamento all’Elba di un cristallo di topazio . Al
riguardo mostrava con orgoglio la telegrafica lettera del Roster :
“” Sai Celleri, quel berillo , che tu dicevi che non era, avevi ragione
tu…. È un topazio “”.
Ma forse la scoperta di
maggiore orgoglio per Luigi Celleri fu quella del filone di Facciatoia
ai piedi della Chiesa-fortezza di S.Nicolò a S. Piero , dal quale furono
cavati bellissimi campioni di tormaline testa di moro.
“ Di se “ ,
scrive il D’ Achiardi ,“ aveva una grande presunzione ed a sentirlo
discorrere aveva scoperto lui tutte le cave e tutti i minerali del Monte
Capanne o presso a poco…Aveva molta stima
soltanto di poche
persone, moltissima di sé, e voleva essere chiamato dai compaesani
professore e nelle lettere con tale appellativo si firmava o con l’altro
di mineralogista. Dava del voi a tutti e con aria di eguaglianza
trattava per il solito soltanto quelli che per meriti erangli senza
dubbio superiori ! Con la sua scomparsa l’Elba ha perduto una figura
caratteristica, la persona che meglio di ogni altra conosceva le sue
ricchezze mineralogiche; la nostra Scienza un aiuto prezioso…”
Narrano le “ voci “
della Terra di Campo che quando il 19 aprile del 1900, Luigi Celeri
venne colto da malore a Grotta d’Oggi, gli uomini che lavoravano nella
vicina cava di magnesite lo raccolsero e, accompagnati dalle donne della
“ cernita “, lo trasportarono a casa. Lungo la strada erano sempre più
numerosi i compaesani che si accodavano al triste corteo . Morì due
giorni dopo , il 21 aprile del 1900 “ ben voluto e rimpianto da tutti
“, e tanti furono coloro che lo accompagnarono verso la chiesina di S.
Rocco ed il suo sepolcreto cimiteriale sovrastante il Prado ed
affacciato su Palombaja da un lato e Facciatoia dall’altro.
Luigi Celleri,
mineralogista elbano scompare in silenzio - con i suoi occhi
sorridenti , la sua lente e le sue campanelline d’oro - accompagnato
dall’affettuoso ricordo dei paesani e di tanti geologi e mineralogisti
che lo avevano conosciuto.
E’ indubbio che la
scienza dei minerali gli deve molto, e molto gli deve anche lo Scoglio
per essere stato l’ artefice primo di quella rete di migliaia di
“operatori “ che ancora oggi , con le loro perfette geometrie e tenui
colori promuovono la bellezza , e con lei l ‘ Elba ed il rispetto che
dobbiamo al Pianeta in cui viviamo.
Oggi molte delle
località mineralogiche elbane sono protette dal Parco Nazionale dell’
Arcipelago Toscano e giustamente non è più consentito scavare ed
asportare campioni se non a scopo scientifico, dietro autorizzazione.
L’ Ente Parco Nazionale
è stato istituito nel 1996 dopo un lungo periodo di incertezze e
contestazioni istituzionali e sociali . Guidato da un Consiglio
Direttivo costituito da persone legate all’Arcipelago ed ai valori
ecologici ed etici dei quali un Parco Nazionale deve essere portatore,
in cinque anni di attività ha tentato di trasformare “ un sogno in
realtà “, aggregando consensi crescenti attorno al Parco e alle
opportunità di sviluppo turistico ecosostenibile che esso offriva al
territorio. Nell’ Agosto del 2002, scaduto il legale organo di
governo dell’ Ente, il Parco Nazionale è stato commissariato dal
Ministero dell’ Ambiente . Il commissariamente si è sviluppato, sia in
un quadro culturale e politico dominato dalle entità che avevano
fortemente ostacolato l’ istituzione del Parco ed il suo funzionamento,
sia in un contesto burocratico ministeriale tristemente riciclato, in
nome di una improbabile neutralità tecnica . Il commissariamento è stato
giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Nonostante ciò è stato
reiterato fino ad oggi con mortificanti espedienti tecnici ,
funzionali a mere politiche di parte. Questi fatti uniti a palesi atti
di disarmante arroganza ed incapacità amministrativa, hanno ingessato il
Parco nonostante l’ impegno e la professionalità del suo personale,
alienandogli i consensi, sia del territorio, sia degli stessi organi
istituzionali di cogestione dell’ Ente : Comunità del Parco e Collegio
dei Revisori dei Conti.
Non possiamo che
auspicare come in pochi mesi, superata la cultura degli spot e delle
pacche sulle spalle governante, il Parco Nazionale dell’ Arcipelago
Toscano possa tornare ad essere un serio mezzo istituzionale di tutela
e sviluppo dell’ Elba, Giglio, Capraia, Pianosa, Montecristo, Giannutri
e Gorgona, al servizio degli “ abitanti e dei viaggiatori leggeri “
che popolano queste Terre e questi Mari.
Nell’ Elba orientale
opera il Parco Minerario e Mineralogico , e Musei Mineralogici sono
aperti a Rio Elba, Rio Marina e Capoliveri. Nelle Case del Parco
Nazionale e nei Musei Archeologici di Marciana e Rio Elba sono raccolti
ed esposti reperti della storia naturale ed antropica delle miniere e
cave elbane. Nella Terra di Campo è in corso di progettazione un Museo
del Granito con il quale è auspicabile che vengano allestiti idonei
percorsi didattico-educativi : nei centri estrattivi attuali e storici
del granito del Capanne , nelle antiche cave di magnesite, nonché nelle
più significative zone di affioramento dei filoni pegmatitici.
La storia “ scoperta e da scoprire”
Luigi Celleri, lascia
dietro di se, come si conviene ai piccoli-grandi uomini, vari ed
affascinanti interrogativi . Ma prima torniamo alla camminata di
ritorno da S. Piero verso Pomonte. Giunti a Cavoli fu naturale
sorseggiando l’ aperitivo, come previsto offerto da Fulvio Montauti,
domandargli se a S. Piero esistevano ancora dei Celleri.
“ La famiglia appare
estinta “ , fu la risposta “ ma
ricordo di avere letto da qualche parte che un Luigi Celleri era fra
coloro che nel 1848 avevano partecipato alla prima Guerra d’
Indipendenza “.
“ Probabilmente è un
omonimo “, fu il mio primo commento , “ tenuto conto che questo fatto
non emerge dagli scritti di coloro che lo avevano conosciuto il vita..
Inoltre teniamo conto che nel 1848 il Celleri aveva solo diciassette
anni ”. Comunque decido di visitare il Cimitero di S. Rocco e di
telefonare a Don Gianni per poter consultare i registri parrocchiali di
S. Piero.
A metà ottobre telefono
a Gian Mario Gentini, insostituibile animatore della Protezione Civile
dell’Elba Occidentale- beccato al seggio delle primarie dell’Unione -
, per avere il cellulare di Don Gianni . Telefonata all’ amico Parroco ;
massima disponibilità nella ricerca e prezioso coinvolgimento di Don
Arcadio, attuale Parroco di S.Piero .
Il sabato successivo
era il 22 ottobre ; andai al Cimitero di S.Rocco alla ricerca di qualche
segno della presenza dei Celleri. Uscendo dopo un infruttuoso- nello
specifico- peregrinare ,incontro Antonio Galli , il Sindaco di Campo.
Parliamo un po’ delle cose tristi che in quel momento coinvolgevano
persone amiche e poi scivolammo sul motivo della mia visita al Cimitero.
“ A proposito “, mi
disse Antonio “ ti avevo scritto a suo tempo perché nel tuo libro la
data di nascita di Luigi Celleri è sbagliata “. “ Come sbagliata,
secondo lo scritto del D’Achiardi, è la data che diceva lo stesso
Celleri . Comunque ho un appuntamento in Canonica per consultare i
registri”, fu la mia risposta.
Don Arcadio aveva già
fatto la ricerca e mi aveva preparato le fotocopie delle pagine di
interesse dei Registri dei battesimi e dei defunti della Parrocchia di
S.Piero.
Si evidenzia così che
Luigi Celleri era nato il 5 Giugno del 1828, dai coniugi Matteo
Celleri e da una Sig.ra Gasperi, dal possibile nome di Rosa. Il 7
giugno era stato battezzato dal Curato Giuseppe Galli, che gli aveva
imposto anche un secondo nome – Gesualdo -, un uso raro se non unico nel
registro dei battesimi di S. Piero. Uno dei due padrini fu, Gio:Batta
Pisani.
Poi Fulvio Montauti
scopre anche che Alfonso Preziosi, del quale mi è particolarmente dolce
il ricordo, in un suo libro del 1985, nel paragrafo dedicato ai : “
Volontari Elbani nella Prima Guerra d’Indipendenza “ ,a pag. 13
riporta l’elenco dei trentadue Elbani presenti nel : “Ruolo nominativo
dei civici volontari addetti alla compagnia attiva e di riserva che si
trasferiscono al deposito di Livorno a fronte dell’Ordine di S.E il
Ministro della Guerra del 15 Aprile 1848 “ ( 4)
Al numero sei
dell’elenco compare: “ Celleri Luigi di Matteo, età 19 anni,
domiciliato a S. Piero “.
Erano i febrili
preparativi che porteranno negli ultimi giorni di maggio, il
Battaglione Toscano, al comando dell’ elbano Cesare de Laugier , a
combattere per l’ Unità d’Italia a Curtatone e Montanara . Preparativi
che furono preceduti alla fine di febbraio dello stesso ‘48 dall’
episodio che vide Raffaello Foresi ed altri giovani elbani raggiungere
in tartana Civitavecchia per arruolarsi con gli insorti e , alla fine di
marzo, la liberazione del livornese Francesco Domenico Guerrazzi
detenuto politico nelle carceri del Forte Falcone . A Curtatone e
Montanara cadde, fra i tanti, Leopoldo Pilla, primo professore nella
cattedra di geologia e mineralogia dell’Ateneo pisano,e combattè
Elbano Gasperi, come ci ricorda la lapide murata nell’atrio della
Biscotteria a Portoferraio.
A questo punto la storia diventa intrigante e la
fantasia corre.
Chi era Matteo Celleri del quale apparentemente
non si hanno ascendenti in quel di S. Piero ?. Quali e quando le
circostanze che portarono Matteo a vivere a S. Piero ?.
Una rapida ricerca su Internet vede oggi dei
Celleri in zone limitate e circoscritte del Paese : Mugello, La Spezia e
Milano, oltre alla eccezionale omonimia di un Luigi Celleri che a nome
della ASVIPE ( Associazione Viaggiatori e Pendolari Elbani ) conduce da
tempo una meritoria azione di informazione sui collegamenti fra l’ Elba
ed il Continente.
Chi furono i testimoni alle nozze di Matteo
Celleri con la Sig.na Rosa Gasperi ? Chi era il Gio: Batta Pisani
padrino di suo figlio Luigi ?
Era forse uno di quei Pisani di S. Piero , fra
i quali è presente un “ Capitano Pisani “, che concorsero a
costituire “ I 5000 Elbani “? E soprattutto, chi era Luigi
Gesualdo Celleri figlio di Matteo, vissuto in un arco di tempo durante
il quale l’ Elba e l’ Italia sono segnate da grandi avvenimenti
storici ?
Nasce quando ancora erano in vita molti di coloro
che il 4 maggio del 1814 avevano accompagnato Pietro Traditi- Maire di
Portoferraio e nobile aretino- a ricevere Napoleone al molo “ La Punta
“. Aveva vissuto le Guerre risorgimentali e l’ Unità d’ Italia; la
istituzione del Comune di Campo nell’Elba ; la “ industrializzazione “
delle miniere a ferro dell’Elba orientale , delle miniere di magnesite
e delle cave di granito del Capanne, con le grandi aspettative e
concretizzazioni socio-economiche e culturali ad essa legate . Muore
all’ inizio del nuovo secolo pochi mesi prima di quel 13 dicembre del
1900 in cui venne posta la prima pietra del complesso siderurgico di
Portoferraio . Sicuramente un diverso , un grande personaggio di
popolo e una ricchezza per la sua Terra. L’ ultima generazione che lo
conobbe direttamente, vivrà le profonde trasformazioni e i grandi
avvenimenti del novecento, che localmente con il bombardamento durante
la seconda guerra mondiale degli impianti siderurgici di Portoferraio,
la crisi del settore estrattivo ed agricolo , vedrà con inizio negli
anni cinquanta le lente trasformazioni sociali e culturali che
tipicamente accompagnano il passaggio da una economia primaria o
secondaria di prima trasformazione, verso attività terziarie basate sul
turismo . Un turismo che ha portato tranquillità e benessere diffuso e
che oggi è sempre di più vocato, nonostante le residuali presenze
contrarie, allo sviluppo qualitativo ed ecosostenibile. Per tutto ciò
Luigi Celleri ha dato e può dare ancora la sua opera, e mi piacerebbe
che la sua storia “ nascosta “ potesse ricevere ulteriori contributi
.Mi piacerebbe anche che una targa , posta nel bastione del Piazzale
di Facciatoia lo ricordasse, con la stessa nobile semplicità con la
quale era vissuto : “ LUIGI CELLERI – MINERALOGISTA- S.PIERO IN CAMPO (
1828 –1900 ) - Il Comune di Campo nell’Elba e la Società Italiana di
Mineralogia e Petrologia posero in occasione del 178° anniversario
della sua nascita “.
Sono certo che il Sindaco Galli farà il
possibile. Da parte mia farò lo stesso.
Fiesole, 31 Ottobre 2005
NOTE ( a piè di pagina )
( 1 ) C. Cipriani e L.
Poggi ( 1994 ) – Le collezioni del Museo di Mineralogia di Firenze:
La formazione della collezione Elbana.
Acc.Tosc.Sc.Lett. La Colombaria. Atti e Mem., v. LIX, NS XLV, p.165
G.Tanelli ( 1995 ) –
Parco dei Minerali dell’Isola d’Elba. In : Parchi culturali in Toscana,
p.225. Ed. Reg.Toscana, Firenze
G.Tanelli e M.Benvenuti
( 1998) – Guida ai minerali dell’Isola d’Elba e del Campigliese. Ed. Il
Libraio, Portoferraio
( 2 ) G. D’Achiardi (
1910 ) – Luigi Celleri . Boll.Soc.Geol.It.,v.29, p.233
( 3 ) N.Toscanelli (
1933 ) – Figure di altri tempi. Il sor Raffaello.In : Elba ferrigna e
napoleonica . p.65 . Tip.Popolare, Portoferraio
( 4 ) A. Preziosi ( 1985
) – Cronache dell’Elba preunitaria. Ed. Giardini, Pisa. p.13
DIDASCALIE FIGURE
-Luigi Celleri in una
immagine del 1899 di Giovanni d’ Achiardi
-Pagine del Settembre
1875 del Libretto di appunti di Giorgio Roster. Nelle pagine è riportato
un disegno di un cristallo di “quarzo gommoide “ di Grotta Palombaja e
si ricorda :”… Il primo giacimento scoperto dal Celleri , è a circa
trenta metri dal livello del mare …”
-Dal Registro dei
battesimi della Parrochia dei SS Apost. Pietro e Paolo in S. S.Piero in
Campo
N° 303 Luigi Gesualdo
Celleri
L’anno del Sig.re 1828
adì 7 Giugno, io … ( ? ) Coadiutore Curato ho solennemente Battezzato un
bambino nato alle nove di mattina del 5 … ( ? ) dai Coniugi Matteo
Celleri, e Rosa ( ? ) Gasperi domiciliati in questa Casa, i Padrini
sono stati Gio : Batta del fù Gio: … ( ? ) Pisani, e … ( ? ) del fu
Bartolomeo Dini … ( ? ) di questa Casa.
In fede Giuseppe Galli
Coadiutore Curato
-Dal Registro dei
Defunti della Parrocchia dei SS.Apost. Pietro e Paolo in S.Piero in
Campo
N° 13 Luigi Celleri
L’anno del Signore 1900
il dì 21 Luglio alle ore 11 ant.ha reso l’anima a Dio senza i Conforti
della Religione Luigi nato dai coniugi Matteo Celleri e Rosa ( ? )
Gasperi alle 9 ant. del 5 Giugno 1828 e dopo l’ Esequie e Suffragi è
stato seppellito nel Campo-Santo di S.Rocco.
In fede G Batta Zoppi
arc. Parroco
-Facciatoia a S. Piero
,da S. Rocco
-Grotta d’Oggi, dalla
cava di magnesite sottostante la Provinciale S. Piero- S. Ilario
- Grotta d’ Oggi in una
foto dei primi del novecento di G.D’Achiardi
- Cave di magnesite
nella zona delle “ Caviere” di S.Piero, in una foto dei primi del
novecento di G.D’Achiardi
- Cernita a mano della
magnesite di S. Piero in una foto di G.D’Achiardi dei primi del
novecento